La Danza Contemporanea si sviluppa principalmente tra la fine degli anni ’70 e la metà degli anni ’80.
Si tratta di uno stile che accoglie variegate tecniche espressive legate al corpo. La danza è comunicare, sentire, creare suggestioni e soluzioni di movimento complesse, è evocare immagini ricercando un’originale relazione fra forma e contenuto, è improvvisazione.
La Danza Contemporanea si distingue per la sua duttilità, la sua apertura nel ricercare in ogni direzione nuovi spunti e nuove evoluzioni. Il linguaggio che ne deriva è estremamente vario e multiforme ed ogni danzatore ha un notevole spazio creativo per potersi esprimere al meglio.
Nello specifico, la Danza Contemporanea Cubana, prende il nome dalla compagnia Danza Contemporanea de Cuba (DCC), fondata nel 1959 e con sede a L’Havana, Cuba, ed è uno sviluppo relativamente recente che contempla la fusione del teatro americano moderno, stili di danza afro-caraibici, il balletto classico europeo ed elementi di balli polopari cubani (cha cha cha, son, chaonda, ecc.), dando vita così ad un ritmo sensuale, ad una danza intensa e dinamica.
Il linguaggio della danza contemporanea si fonde con i nostri antenati africani creando una stupefacente mezcla di stili e modi di fare, ampie possibilità interpretative ed integrazioni armoniose delle arti: sintesi della danza universale moderna e del folklore cubano.
La Danza Contemporanea Cubana prevede l’uso di tutta la regione pelvica e l’ondulazione del dorso, conformando così la base della tecnica cubana, oltre alla fusione di diversi ritmi e danze della cultura popolare della quale si nutre la tecnica di danza moderna e contemporanea cubana.
Una grande influenza è data dalla tecnica Graham, che prende il nome dalla sua fondatrice, Martha Graham, considerata la “madre” della danza moderna americana soprattutto perché ha creato la prima vera e propria tecnica della “nuova” danza. La tecnica Graham si basa sul principale atto fisiologico dell’essere umano: la respirazione, ed è incentrata sulla zona del bacino, perché è lì che ha origine la vita. Il suo principio conduttore è quello dell’alternarsi di contraction e release.
– Contraction sta per “contrazione”: durante la fase di espirazione la colonna vertebrale si curva aiutata da una spinta dei muscoli dorsali verso terra e dei muscoli addominali indietro verso la spina dorsale e in alto verso il diaframma.
– Release sta per “rilascio” (non per “rilassamento”!): nella successiva fase di inspirazione una spinta che parte sempre dal bacino si trasmette lungo tutta la spina dorsale, così la schiena si estende e il corpo raggiunge il punto di massima tensione verso l’alto.
La dinamica prodotta nella spina dorsale dal movimento contraction-release è assimilabile a quello dell’arco e della freccia (si ha “contraction” quando si posiziona la freccia e l’arco è ricurvo, si ha “release” allo scoccare della freccia, quando l’arco si allunga producendo la dinamica del lancio di questa nello spazio). Dunque ogni momento di estensione del corpo è generato dal precedente momento di raccoglimento dell’energia al centro del bacino, così come ogni fase di inspirazione è generata dalla precedente fase di espirazione. Quindi il ciclico ripetersi dello svuotamento dei polmoni al fine di poter essere riempiti di nuova aria corrisponde al ciclo dell’energia che si concentra nel punto centrale del corpo (zona di origine della vita), per potersi poi espandere fino alle zone periferiche.