Il ritmo del Danzonete nasce dall’unione di Danzon e Son.
La prima composizione, dal titolo “Rompiendo la rutina”, debuttò nel Casino spagnolo di Matanzas nel 1929 e la sua paternità si attribuisce al genio di Aniceto Díaz.
Nella sua forma coreografica non si differenzia molto dal Danzon. I passi e le caratteristiche restano simili, solo che lo stile che lo identifica manca di austerità. Possiamo dire che come genere si avvicina maggiormente al Son con più movimenti del torso e figure aperte.
La sua struttura musicale è basata su quattro parti:
– Prima parte o introduzione
– Seconda parte o trios
– Terza parte o estribillos
– Quarta parte o finale, coda
In ognuna di essa il compositore segnala l’entrata degli strumenti musicali principali che compongono l’orchestra, come i violini, la trombetta, il trombone, il clarinetto, le maracas, la clave ed i cantanti. La prima voce femminile è quella di Paulina Alvarez che grazie alla sua particolarità viene ricordata come l’imperatrice del Danzonete.
Questo genere però ebbe vita breve. L’affermarsi della Charanga Francese ne decretò il declino. L’introduzione di melodie straniere lo trasfigurarono in nuove forme musicali come il Danzonete Milonga, con giri di Cante Jondo (primitivo canto andaluso e stile vocale del flamenco il cui termine significa canzone profonda), dai quali nacque il Bolero Moruno.